mercoledì 3 giugno 2015

"Notte di rondini": presentazione ufficiale del progetto



"Ogni individuo che scompare trascina con sé l'universo". In questo aforisma di Emil Cioran, filosofo e saggista rumeno, può percepirsi l'intera eco del percorso doloroso e problematico che "Notte di rondini" introduce e  cerca di affrontare, percorso che diventa ancora più lacerante quando l'individuo che scompare a se stesso e al mondo è una bambina.
Scomparire a e da se stessi, come un relitto, (per un tradimento così efferato e tremendo come può essere un abuso), alla propria dimensione del sogno, dell'incanto e della tenerezza, è come scomparire dall'intero universo e allo stesso modo sottrarre all'intero universo qualcosa di unico e di prezioso, che non ritornerà più.
La problematica di questo lavoro è affrontata quindi da una particolare angolazione e con la massima prudenza, attraverso un misterioso dialogo, a tratti quasi incantato e surreale, che una ragazza di passaggio instaura con una figura oscura e sconosciuta, che le parla  dall'interno di una cabina di uno stabilimento balneare, nella quale questa figura che parla si è rinchiusa, verso sera. E attraverso queste parole filtrate da questa porta chiusa, si snoda e si ricompone pian piano il labirinto e la sua catastrofe.
"Notte di rondini" è in fondo un lavoro sull'innocenza e anche sull'universalità di questo grande affronto all'intimità di un essere umano, che ne programma per gradi il disfacimento e la totale estinzione della speranza, come colore e trama costante di un suo nuovo arazzo di tenebra, sottraendogli da ogni insenatura del suo animo la varietà, le voci e i confini primordiali del sogno, come la dolcezza dell'affidarsi, in cambio di un'armatura opaca e asfissiante nella quale rinchiudersi e punirsi. La cabina radiosa e familiare di "Notte di rondini", alla fine  non è altro che la feritoia di un elmo, dove cominciare o solo disegnare la forma di un grido, in una sera anonima e qualunque di vacanza.

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