lunedì 21 marzo 2011

Canzonetta

La Primavera è disordine ansioso e dolore, per alcuni aspetti. Ogni fioritura ha la sua canzone nel suo spasmo torvo di ansia, le sue possibili molestie all'ordinario, le sue tensioni. La freschezza ha la sua violenza di erezione, anche quando bagna un viso da una finestra spalancata a volte è un morso sboccato che ferma il cuore. Stagione di scostumatezza armonica e grandi manate piene alla carne nuova, condottiera di sogno e di ingegno. Triplo salto mortale. Una stagione molto fisica e sognante. Gli uccelli industriano i condotti del funicolo spermatico nell'acrobazia del bacio, e le giornate si allungano e gli umani si tingono e si distinguono come cani da caccia sciolti in un bosco rosso e molto caldo.
Vorrei anche testimoniare il passaggio di stagione, con una lieve Canzonetta di Alfonso Gatto, che avverto incantevole e compensatoria alla mia funesta e lavica lettura istantanea delle cose fiorite o in atto fisico di fioritura.

Canzonetta 

Le ragazze moderne
non sono eterne.

Oh, che bella novità,
ma dànno fresco alla città.

L'una nell'altra
l'altra nell'una

chi si fa scaltra
non ha fortuna.

Oh, che bella sciocchezza,
ma insieme fanno la giovinezza.

Il rosso le veste di blu
l'azzurro le veste di rosa,
un poeta non sa più
quale scegliere per sposa.

Sceglierà la più bella?

Nessuna è tutta brutta
nessuna è  tutta bella.

Sceglierà la più caduca,
sceglierà la passeggera
della fresca primavera
col nastrino sulla nuca.

Alfonso Gatto- La forza degli occhi (1950- 1953)

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