Questo film di Luigi Comencini "Incompreso" (1967), che ho visto per la prima volta da bambino, mi ritorna alla memoria per tre elementi fondamentali.
1) L'eleganza, la classicità, la delicatezza ma insieme la compostezza di sviluppo del tema narrativo. Il sentimento costante e disciplinato che lo attraversa, in una linea di condotta armonica e costante, che non scivola mai nel patetico e nella retorica.
2) I visi luminosi e mutanti dei bambini. Difficilmente ho trovato una prova di recitazione così ben riuscita, curata nei minimi dettagli. Una recitazione naturale, fluida. Comencini è sempre stato un maestro nella direzione dei bambini. Questo film ne è davvero un esempio straordinario di sensibilità e di rara maestria.
3) Il dolore nelle pagine di Mozart. Gli estratti dal concerto K488 per pianoforte e orchestra, sono parti vive e imprescindibili del tessuto strutturale del lavoro.
Ecco la triade perfetta, che mi riporta dopo molti anni al film.
Un estratto:
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