Quanta aria montaliana, nei primi freddi di Napoli, ma anche nella luce dei primi freddi, riprendendo ieri notte la bellissima edizione paterna de "Le occasioni": I poeti dello specchio di Mondadori del 1949.
Un poeta d'altra parte rimane sferzante come un primo freddo, una metamorfosi o mutamento atmosferico precoce. Questo destare"a soprassalti", come dice Montale in questo mottetto, che smuore nella bellezza ombrosa di un vicolo, per continuare a vagare da solo, nell'aria sua e dei luoghi che raggiunge e che a volte contagia e corteggia di ansia come un ciclone, un lungo fischio nel buio.
Eccolo il mottetto, asciutto e intriso di una perfezione tersa e ariosa, che si agguerrisce e si slega nella libertà del suono e del suo nuovo:
Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l'alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole
freddoloso; e l'altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.
Eugenio Montale: Mottetto da "Le occasioni" Lo specchio. Mondadori edizione 1949
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