venerdì 31 marzo 2017
giovedì 30 marzo 2017
Premio Antonio Fogazzaro 2017 Decima edizione. Sezione racconto inedito
PREMIO ANTONIO FOGAZZARO 2017 –
Decima edizione sezione RACCONTO INEDITO
Il Premio Antonio Fogazzaro intende promuovere la scrittura creativa del racconto e contribuire a diffondere in Italia e all’estero la figura e l’opera di Antonio Fogazzaro favorendo la conoscenza del territorio della Valsolda terra materna che ha ispirato alcuni dei capolavori del grande scrittore.
Tema del concorso
“Uno, nessuno e centomila... La vita o la si vive o la si racconta”
Nel 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello
MODALITA' DI PARTECIPAZIONE
Il Concorso è riservato a cittadini italiani e stranieri maggiorenni.
1) Sono ammessi racconti in lingua italiana, inediti e mai apparsi o pubblicati nel web
2) I racconti non devono superare 3.000 parole (titolo escluso). Il tema indicato non è strettamente vincolante e il titolo del proprio racconto può differire da quello del tema del concorso.
3) È possibile partecipare al Concorso inviando non più di 2 racconti.
4) I racconti devono essere inviati entro e non oltre le ore 24.00 del giorno 30 aprile 2017, esclusivamente all’indirizzo di posta elettronica info@premioantoniofogazzaro.it in formato Word (senza l’indicazione del nome dell’autore), accompagnati da un ulteriore file in formato Word con i dati dell’autore (titolo del racconto, luogo e data di nascita, telefono/cellulare, recapito postale, indirizzo e-mail, una breve bio-bibliografia (max 10 righe) e la dichiarazione che l’opera è inedita e “Autorizzo al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 196/2003”.
5) Il concorso non ha fini di lucro e non è previsto alcun contributo, perciò la partecipazione è assolutamente gratuita. I dati personali saranno utilizzati secondo quanto previsto dalla normativa sulla privacy e solo ai fini della manifestazione.
6) I racconti ricevuti saranno trasmessi in forma anonima per una prima selezione a un Comitato di lettura; indi, sempre in forma anonima, la selezione sarà valutata dalla Giuria letteraria composta da Gianmarco Gaspari (Presidente), Giovanni Cocco, Andrea Fazioli, Gian Paolo Serino, Linda Terziroli.
Il giudizio della Giuria è insindacabile. I membri del Comitato di lettura e della Giuria Letteraria durano in carica due anni e possono essere riconfermati o meno a inappellabile valutazione dell’Organizzazione del Premio, che si riserva altresì di nominare in qualsiasi momento nuovi giurati.
7) I finalisti verranno avvisati dalla Segreteria tramite mail nel mese di luglio. I testi dei finalisti dovranno rimanere inediti fino alla data di premiazione (settembre 2017).
8) I racconti premiati e quelli segnalati dalla Giuria saranno pubblicati nell’antologia del Premio edita da New Press Edizioni. Gli autori delle opere pubblicate e divulgate rinunciano a qualsiasi compenso relativo a tali opere, mantenendone comunque la proprietà dei diritti d’autore e quindi la libertà di pubblicazione presso altro editore o social network solo dopo la data stabilita al punto 7. Ai fini promozionali e nel rispetto delle norme che regolano la tutela del diritto d’autore, il Premio si riserva la facoltà di riprodurre in parte o integralmente le opere vincitrici e segnalate sia in pubblicazioni su carta che sui siti web e social.
9) I Premi 1° classificato: € 500,00 (cinquecento) + pubblicazione del racconto sul volume antologico del “Premio Antonio Fogazzaro 2017 – X edizione” edito da New Press Edizioni + 5 copie del volume stesso + attestato di partecipazione. 2° classificato: “Premio Speciale Nino Ratti” di € 350,00 offerto dalla Famiglia Ratti + pubblicazione del racconto sul volume antologico del “Premio Antonio Fogazzaro 2017 – X edizione” edito da New Press Edizioni + 5 copie del volume stesso + attestato di partecipazione. 3° classificato: Soggiorno di 3 notti per 2 persone nello storico Hotel di charme “Stella d’Italia” offerto dalla Famiglia Ortelli + pubblicazione del racconto sul volume antologico del “Premio Antonio Fogazzaro 2017 – X edizione” edito da New Press Edizioni + 4 copie del volume stesso + attestato di partecipazione. Autori segnalati e pubblicati: pubblicazione del racconto sul volume antologico del “Premio Antonio Fogazzaro 2017 – X edizione” edito da New Press Edizioni + 1 copia del volume stesso + attestato di partecipazione.
L’Organizzazione si riserva la facoltà di istituire premi speciali o supplementari.
In caso di assenza alla Premiazione, i vincitori hanno diritto al titolo del premio ma non al corrispettivo in denaro o in altri premi.
La premiazione avrà luogo nell’ambito degli eventi del Festival del Premio Antonio Fogazzaro, all’inizio di settembre 2017 a Como.
Per informazioni:
www.premioantoniofogazzaro.it
info@premioantoniofogazzaro.it
mercoledì 29 marzo 2017
martedì 28 marzo 2017
lunedì 27 marzo 2017
Numero di parole giornaliere da un diario di bordo
Dopo le vacanze di Natale, felice per la notizia che il mio romanzo "Quella strana luce delle quattro" fosse stato accettato dalla casa editrice Quarup, mi ero già immerso in un nuovo lavoro di lungo corso.
Dal 20 gennaio ero arrivato a 17.470 parole.
Ecco alcune giornate delle mie sessioni invernali e mattutine (quasi tutte alla stessa ora) schedate con numero di parole macinate al giorno:
20/01/2017 16.038 a 17.470 parole
21/01/2017 17.470 a 20.847
22/01/2017 20.847 a 23.492
23/01/2017 23.492 a 25.462
24/01/2017 25.462 a 26.630
25/01/2017 26.630 a 28.230
26/01/2017 28.230 a 29.235
27/01/2017 29.235 a 30.360
28/01/2017 30.360 a 31.478
30/01/2017 31.478 a 32.891
31/01/2017 32.891 a 34.304
1/02/2017 34.304 a 35.419
2/02/2017 35.419 a 36.940
3/02/2017 36.940 a 37.719
4/02/2017 37.719 a 38.554
5/02/2017 38.554 a 39.876
6/02/2017 39.876 a 41.065
7/02/2017 41.065 a 41.948
8/02/2017 41.948 a 42.782
9/02/2017 42.782 a 44.468
10/02/2017 44.468 a 46.227
11/02/2017 46.227 a 47.415
12/02/2017 47.415 a 49.107
13/02/2017 49.107 a 50.376
14/02/2017 50.376 a 51.725
15/02/2017 51.725 a 53.238
16/02/2017 53.238 a 55.108
17/02/2017 55.108 a 56.836
18/02/2017 56.836 a 61.460
19/02/2017 61.460 a 64.388
20/02/2017 64.388 a 66.728
21/02/2017 66.728 a 69.282
22/02/2017 69.282 a 70.027
23/02/2017 70.027 a 71.274
24/02/2017 71.274 a 72.517
25/02/2017 72.517 a 74.349
26/02/2017 74.349 a 78.086
27/02/2017 78.086 a 80.624
28/02/2017 80.624 a 86.577
1/03/2017 86.577 a 90.984
2/03/2017 90.984 a 93.110
3/03/2017 93.110 a 95.237
4/03/2017 95.237 a 98.182
5/03/2017 98.182 a 101.273
6/03/2017 101.273 a 102.564
7/03/2017 102.564 a 104.282
8/03/2017 104.282 a 105.817
9/03/2017 105.817 a 107.276
10/03/2017 107.276 a 108.645
11/03/2017 108.645 a 110.550
12/03/2017 110.550 a 111.666
13/03/2017 111.666 a 115.556
14/03/2017 115.556 a 118.050
15/03/2017 118.050 a 121.765
16/03/2017 121.765 a 123.228
17/03/2017 123.228 a 125.263
18/03/2017 125.263 a 129.832
19/03/2017 129.832 a 132.137
20/03/2017 132.137 a 133.471
21/03/2017 133.471 a 134.792
22/03/2017 134.792 a 139.340
23/03/2017 139.340 a 140.665
24/03/2017 140.665 a 143.099
25/03/2017 143.099 a 144.656
26/03/2017 144.656 a 146.248
27/03/2017 146.248 a 147.821
e intanto il viaggio continua:
domenica 26 marzo 2017
sabato 25 marzo 2017
mercoledì 22 marzo 2017
martedì 21 marzo 2017
domenica 19 marzo 2017
Una luce di calma, una vetrina
Sono ritornato a questi versi di Vittorio Sereni, dopo diverso tempo. E ancora una volta mi hanno colpito per la loro eleganza, profondità e bellezza. Tanto da pensare a inserirne un estratto come epigrafe del mio romanzo "Quella strana luce delle quattro".
Inverno a Luino
Ti distendi e respiri nei colori.
Nel golfo irrequieto,
nei cumuli di carbone irti al sole
sfavilla e s'abbandona
l'estremità del borgo.
Colgo il tuo cuore
se nell'alto silenzio mi commuove
un bisbiglio di gente per le strade.
Morto in tramonti nebbiosi d'altri cieli
sopravvivo alle tue sere celesti,
ai radi battelli del tardi
di luminarie fioriti.
Quando pieghi al sonno
e dài suoni di zoccoli e canzoni
e m'attardo smarrito ai tuoi bivi
m'accendi nel buio d'una piazza
una luce di calma, una vetrina.
Fuggirò quando il vento
investirà le tue rive;
se la gente del porto quant'è vana
la difesa dei limpidi giorni.
Di notte il paese è frugato dai fari,
lo borda un'insonnia di fuochi
vaganti nella campagna,
un fioco tumulto di lontane
locomotive verso la frontiera.
Vittorio Sereni, da Frontiera
mercoledì 15 marzo 2017
lunedì 13 marzo 2017
Senza luce
Dalle cinque della domenica di ieri, siamo rimasti senza luce. Nella mia strada, il mio palazzo insieme ad altri. Tutte le attività che si reggevano sulla corrente elettrica, sono state mozzate sul vivo, senza un preavviso o una possibilità di rimedio immediato. Forse alle nove, dicevano in giro, ma non vi erano prove o certezze sull'ora del ritorno. Dalle finestre di fronte un giallo fioco, surreale, ammantato di ombre. Una sera che si è posata nelle case a lumi di candele, con qualche visita fatta o ricevuta, per farsi compagnia, bussando alle porte accanto con le mani aperte, a volte con le nocche. Parole pronunciate con dolcezza, senza tempo. Ciascuno era verso l'altro, con un altro animo, come se dentro un altro secolo.
Alle dieci della sera tutto l'incanto di penombra è svanito. È ritornata la certezza luminosa della realtà, ma non ha portato via la sensazione soffusa di quella breve privazione, che si è rivelata, nonostante tutto, un piccolo dono, per chi ha saputo coglierlo e ascoltarlo.
Alle dieci della sera tutto l'incanto di penombra è svanito. È ritornata la certezza luminosa della realtà, ma non ha portato via la sensazione soffusa di quella breve privazione, che si è rivelata, nonostante tutto, un piccolo dono, per chi ha saputo coglierlo e ascoltarlo.
sabato 11 marzo 2017
venerdì 10 marzo 2017
"Il conflitto"
Conclusa, in questa serena mattinata di marzo, l'ultima revisione della mia pièce teatrale in tre atti "Il conflitto". La pièce raggiunge, in questa prima versione, le novantasei cartelle. È un progetto a cui tengo molto. Tra i prossimi giorni la prima pianificazione delle condivisioni a cui "immolare" il lavoro, per consentirgli un possibile futuro.
giovedì 9 marzo 2017
"Un cuore così bianco": edizione per il venticinquesimo anniversario
Questa è l'edizione spagnola, in formato elettronico, realizzata in occasione del venticinquesimo anniversario dalla prima pubblicazione del romanzo di Javier Marías: "Corazón tan blanco", tradotto in 37 lingue, distribuito in 44 paesi, con 2.300.000 copie vendute in tutto il mondo, per alcuni critici considerata la sua opera migliore, – o tra le migliori.
Ecco l' incipit del romanzo, dall'originale:
«No he querido saber, pero he sabido que una de las niñas, cuando ya no era niña y no hacía mucho que había regresado de su viaje de bodas, entró en el cuarto de baño, se puso frente al espejo, se abrió la blusa, se quitó el sostén y se buscó el corazón con la punta de la pistola...».
mercoledì 8 marzo 2017
Il teatro e Jonesco
"Il teatro è una di quelle attività che non serve a niente, ma proprio per questo è indispensabile".
Eugène Ionesco
martedì 7 marzo 2017
"Azimut" di Emiliana Santoro: primo premio Visioni Urbane terza edizione 2017
il 1° premio del valore di 500€ offerto da City Space Architecture a:
AZIMUT di Emiliana Santoro
Per l’efficacia della comunicazione visiva nella narrazione dello spazio urbano, trattato non come un semplice sfondo, ma come un vero e proprio attore sociale. Le atmosfere urbane intrecciano geometrie, linee e colori con momenti ripetitivi di vita quotidiana, soffermandosi in modo efficace su quello che della città non conosciamo.
domenica 5 marzo 2017
"Prima del ritorno": breve telaio di sinossi del monologo
Un uomo, da una camera deserta e irreale di una pensione,
la pensione Alsazia, rielabora il sentiero tortuoso della sua
scomparsa volontaria, avvenuta all'improvviso, in un giorno
qualunque, in seguito alla lunga corrispondenza con una figura
femminile, di nome Orione, incontrata attraverso l'annuncio di una rivista per cuori solitari. Scomparso dalla sua famiglia e nello
stesso tempo da se stesso, si interroga sulla sua anima e sulla sua
identità in quel nuovo stato dell’essere.
sabato 4 marzo 2017
Ave Virgilio. Carme.
Difficile parlare con serenità di questi bagliori dell'"Ave Virgilio. Carme" del Bernhard in versi. Eppure riemerge con forza questa trafittura del dissenso, sospesa come una scure su qualsiasi ombra o spianata del lavoro.
Conosco molto bene la sua prosa e il suo teatro, entrambi così potenti, essendone stato folgorato, fin dal primo impatto. Scoprii Bernhard con il romanzo "Il soccombente", romanzo regalatomi da un carissimo amico violinista, nell'occasione di un mio compleanno, in un periodo in cui l'invasamento per lo studio della musica classica aveva raggiunto dei livelli preoccupanti e mi soggiocava completamente, senza speranza. Ma questo romanzo lo apprezzai un po' più avanti e da lì ho cominciato a sprofondare dentro quel mondo, senza riemergerne mai più – chissà se per fortuna o disgrazia. In certi casi le sottomissioni a certi invasamenti dovrebbero limitare, ma nel mio caso hanno apportato aria, stimoli, energia creativa e vitale e ancora tanto altro, di cui non sono nemmeno pienamente consapevole, forse. Allo stesso modo di come è successo con questa raccolta, che mi ha apportato un nutrimento sottile, misterioso, nonostante non sia stato un percorso semplice e lineare di lettura, come lo sono stati diversi altri.
Conosco molto bene la sua prosa e il suo teatro, entrambi così potenti, essendone stato folgorato, fin dal primo impatto. Scoprii Bernhard con il romanzo "Il soccombente", romanzo regalatomi da un carissimo amico violinista, nell'occasione di un mio compleanno, in un periodo in cui l'invasamento per lo studio della musica classica aveva raggiunto dei livelli preoccupanti e mi soggiocava completamente, senza speranza. Ma questo romanzo lo apprezzai un po' più avanti e da lì ho cominciato a sprofondare dentro quel mondo, senza riemergerne mai più – chissà se per fortuna o disgrazia. In certi casi le sottomissioni a certi invasamenti dovrebbero limitare, ma nel mio caso hanno apportato aria, stimoli, energia creativa e vitale e ancora tanto altro, di cui non sono nemmeno pienamente consapevole, forse. Allo stesso modo di come è successo con questa raccolta, che mi ha apportato un nutrimento sottile, misterioso, nonostante non sia stato un percorso semplice e lineare di lettura, come lo sono stati diversi altri.
Ero alla ricerca di un'altra raccolta "Sotto il ferro della luna", che mi sono lasciato sfuggire quest'inverno, ma in compenso qualche giorno fa ho recuperato quest'ultima copia in cartaceo di questa edizione dell'"Ave Virgilio" di Bernhard, – a detta di alcuni non facilmente reperibile – in una suggestiva collana dei quaderni della Fenice di Guanda.
Il tutto frastorna e stordisce, ma illumina. Rispetto alla metodica ritmica e ossessiva della prosa dei romanzi, questi versi incandescenti sono effetti, slanci, lacerazioni, che smembrano tessuti, ideologie, luoghi, cieli azzurri ed epoche, ma nello stesso tempo consentono squarci illuminanti su di una poetica in impetuoso itinere, – forse sulla particolare angolazione di una traiettoria sperimentale o di ricerca sottile per passaggi e moduli stilistici cristallizzati mirabilmente nei percorsi successivi – ispirata da incontri e suggestioni particolarmente propizie nel periodo storico di quella gestazione, come lo stesso Bernhard riconosce in una nota al testo, in cui enumera Eliot, Pound, fino a César Valleyo, gli spagnoli Rafael Alberti e Jorge Guillén.
Ho confrontato con interesse il testo originale a fronte, alla ricerca di un criterio fonetico dentro questa ricca scarpata di suggestioni e miracoli. Ma dovevo addentrarmi nelle risonanze della mia lingua, quella attraverso la quale ho amato tutta l'opera dell'autore in mio possesso, senza nessun particolare confronto sul testo originale, per saziarmene.
L'amore profondo questo scrittore non mi pone, a quanto pare, in una posizione troppo critica né attendibile nell'evocazione di queste sorsate fredde di versi, che ho assunto sempre all'alba, appena sveglio, come pozione di cultura e di incanto stregonesco, anche se di fronte a un percorso controverso, pensando anche a chi abbia considerato queste prove con dei toni piuttosto duri e severi, stimandole assolutamente inferiori se non addirittura trascurabili, rispetto alla produzione in prosa successiva, quanto meno Flaiano, ma immagino anche altri. Ma io ne rimango attratto e sempre più rapito.
[...] A Sapri passai
tutto l'abietto mare dormendo
su un catafalco...
i pini morsicavano
la spiaggia imputridita
sulla costa ovest
spremette il mio pianto
dai pori dei bagnanti [...]
Ogni passaggio travalica sempre dei confini e si muove con un'imprudenza fascinosa. Un turbine di colpi, di sinistri, di tensioni e distensioni improvvise, dove il nucleo è sempre la lingua, come dice molto bene Valerio Magrelli:"Quello della lingua corrisponde, in effetti, a un tema centrale della raccolta. Profeta dei deformi, l'io narrante erige il suo carme sulle fondamenta della prosa, tra nomi e contronomi".
In effetti e nella giusta profondità di ascolto, questo strano arazzo risucchia e riporta o forse anticipa davvero diversi mondi, quelli che si incontreranno più avanti, nel paesaggio labirintico delle sue scorse narrative, frutto di un' irresistibile personalità artistica. Ma questo linguaggio titanico e così controverso di "Ave Virgilio", pur se con qualche punta di acerbo e con la peluria costante dell'ortica sulle sue superfici e intercapedini, continua ad innamorarmi, a consentirmi una perdita costante dentro ogni mio e suo passo, verso una sempre nuova geometria del dirupo.
venerdì 3 marzo 2017
Prima del ritorno
Questa mattina, dopo l'ultimo incontro con Fabio Gagliardi, abbiamo stabilito insieme l'assetto definitivo del monologo teatrale "Prima del ritorno", lavoro, ormai definito in ogni sua parte, commissionatomi dallo stesso attore dopo aver assistito alla finale del Premio Traiano nell'edizione 2016, e ispirato dal forte desiderio di prendervi parte l'anno dopo con un mio monologo originale.
Ricordo ancora la sua telefonata, erano i primi di giugno. Mi trovavo in una piazza di Napoli, poco prima di pranzo, una piazza con molto sole e Fabio mi parlava della sua idea, che aveva dentro lo stesso sole della piazza in cui mi trovavo, mentre mi concedeva in pochi secondi la sua fiducia assoluta, con la possibilità di condividere insieme a lui quel suo nuovo intento. Sono stato felicissimo del suo gesto di fiducia e del suo entusiasmo, con cui ha stimolato le mie idee e la mia creatività in quel bel mattino di sole. Non ho esitato nemmeno un istante. La sua proposta mi allettava tantissimo e l'ho subito accettata.
Ricordo ancora la sua telefonata, erano i primi di giugno. Mi trovavo in una piazza di Napoli, poco prima di pranzo, una piazza con molto sole e Fabio mi parlava della sua idea, che aveva dentro lo stesso sole della piazza in cui mi trovavo, mentre mi concedeva in pochi secondi la sua fiducia assoluta, con la possibilità di condividere insieme a lui quel suo nuovo intento. Sono stato felicissimo del suo gesto di fiducia e del suo entusiasmo, con cui ha stimolato le mie idee e la mia creatività in quel bel mattino di sole. Non ho esitato nemmeno un istante. La sua proposta mi allettava tantissimo e l'ho subito accettata.
"Prima del ritorno", nasce proprio in vista di questo desiderio di Fabio, espresso da quella telefonata luminosa dei primi di giugno. È stato da lì che è scaturito il seme. Ho lavorato con la massima libertà sulla stesura del primissimo impianto. Non ho voluto utilizzare nulla che fosse già stato un frammento di qualcos'altro, ma mi sono voluto immergere nello spirito di un lavoro assolutamente nuovo, che fosse dedicato esclusivamente a questo incontro e alla sua specifica destinazione, partendo da zero, dal vuoto più assoluto. In seguito, a partire dai mesi estivi, con Fabio abbiamo ragionato molto sul testo teatrale più o meno finito, come sui limiti della durata e intervenendo fattivamente in vari strati e livelli, in modo da favorire al massimo le componenti di resa scenica, in vista del suo suono, dei tempi, del suo senso e della sua resa su tutti i possibili fronti, impresa per niente facile.
La costruzione accurata di questo lavoro si è rivelata un'esperienza davvero emozionante per entrambi. Stamattina abbiamo codificato gli ultimissimi ritocchi in modo da chiudere il monologo con tutti gli equilibri necessari alla sua compiutezza. La sua ultima versione, che mi ha recitato al telefono, l'ho ascoltata stamattina a occhi chiusi, senza seguire il testo, come facevo di solito, e accorgendomi di come fosse maturata rispetto alle fasi precedenti. Non ricordavo nemmeno più di avere scritto e pensato quello che adesso sentivo articolarsi e fluire dalla sua voce. Una sensazione davvero stranissima. Avevo la sensazione di ascoltare un lavoro alla radio, eppure ero da un cordless a viva voce e quel lavoro era il mio.
La costruzione accurata di questo lavoro si è rivelata un'esperienza davvero emozionante per entrambi. Stamattina abbiamo codificato gli ultimissimi ritocchi in modo da chiudere il monologo con tutti gli equilibri necessari alla sua compiutezza. La sua ultima versione, che mi ha recitato al telefono, l'ho ascoltata stamattina a occhi chiusi, senza seguire il testo, come facevo di solito, e accorgendomi di come fosse maturata rispetto alle fasi precedenti. Non ricordavo nemmeno più di avere scritto e pensato quello che adesso sentivo articolarsi e fluire dalla sua voce. Una sensazione davvero stranissima. Avevo la sensazione di ascoltare un lavoro alla radio, eppure ero da un cordless a viva voce e quel lavoro era il mio.
Adesso mi rimane da scrivere una breve sinossi del testo, da presentare entro il mese di aprile insieme al monologo per la V edizione del Premio Traiano, edizione 2017. Presenteremo anche un video del lavoro, coadiuvati dall'amico e filmmaker Fabrizio Fiore, che prenderà parte a questo nostro viaggio con il nostro stesso ardore ed entusiasmo.
Mi auguro che questo progetto di monologo teatrale vada avanti, arricchisca chiunque lo incontri, come ha arricchito me e Fabio fino ad ora e si imprima dello stesso sole che brillava nella piazza, quando Fabio mi ha telefonato per offrirmi in dono la sua fiducia per questa nuova collaborazione, che mi ha insegnato e mi sta insegnando ancora tantissimo, sulla scrittura, sul teatro e sulla vita.
giovedì 2 marzo 2017
mercoledì 1 marzo 2017
Una sera di marzo
Apro la prima pagina di questo mese, con uno dei miei grandi amori dell'ermetismo lirico: Alfonso Gatto. La poesia è tratta da "La storia delle vittime" (1962-1965)
Una sera di marzo
Fu in quel tempo di marzo che nel cielo
guardando alla città di sera, al volo
delle sue prime rondini, più solo
mi vidi, ma con tutti. Come a un gelo
dischiuso dal tepore, gli occhi fissi
all'accadere di quel mutamento,
ricordavo nel vivere che vissi.
E distratto così nel farmi intento
al mio segreto sorgere dal nulla,
trovavo nella voce le parole
da raggiungere, padre, madre, culla,
la terra che s'illumina nel sole.
Nel cielo di Milano d'agro e d'oro
nella sera di marzo, per l'oriente
affacciata a guardare era la gente
della mia voce e del mio volto, coro
di povertà che invoca dalle cose
il suo nome perpetuo. Non rispose
l'azzurro che vedevo farsi oscuro
presentimento, non rispose il muro.
Alfonso Gatto
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