"La compagna di classe" nella sua rielaborazione cromatica ed estetica, nasce e fluisce dalla vibrazione sottile del colore investigato in due forme diverse: dalla luce interna e mutante di due sconosciuti che si parlano al telefono e che si evoca dal sentimento e dalle problematiche emozionali delle loro voci, – con un segreto che si cela e si confonde dentro di loro – e da un tipo di luce naturale degli ambienti, una luce che appartiene più al tempo che allo spazio, che prende vita da alcuni studi sul Chiarismo, una corrente pittorica lombarda degli anni trenta, i cui giovani artisti cercavano di descrivere la realtà con tocchi leggerissimi e rarefatti di bianco, di rosa, di azzurrino, in una pittura che fu detta "dal fiato sospeso". In linea con questa visione, gli ambienti e le diramazioni del film saranno anche loro arresi a un particolare “soffio sospeso" in costante sintonia con questa lontananza dei riflessi sfumati, allo stesso modo della risonanza sentimentale delle due voci al telefono. Un gioco particolare di tinte pastello per investigare dentro il mistero e il dolore di due esseri umani attraverso i suoni e la luce, o forse sarebbe meglio parlare di suono della luce, come elemento particolare attraverso cui accompagnamo i protagonisti, Nik e Adele, verso il ciglio di un loro unico abisso, dove ricercare una loro parte perduta, la verità di un colore sospeso attraverso un itinerario complesso e struggente.
l.s.
(dalle note di regia della pagina ufficiale del progetto "La compagna di classe")
(dalle note di regia della pagina ufficiale del progetto "La compagna di classe")
0 commenti:
Posta un commento