"Una stanza. Un tavolo con sopra libri, fogli in disordine, colori, matite e due scatole di cartone aperte. Altre scatole di cartone, chiuse, in terra. Una donna sta riordinando i fogli sparsi sul tavolo. Dopo un po’ prende un pennarello nero e si avvicina ad una parete. Disegna una finestra."
Questo spettacolo è uno studio sul concetto della solitudine. Come piace a noi, come abbiamo sempre fatto in queste occasioni d'incontro teatrale, l'evento si svolgerà in un luogo di modeste dimensioni e l'attrice, in scena, si rivolgerà a poche decine di spettatori alla volta. Sarà, pertanto, un evento confidenziale. Durerà all'incirca un'ora.
Partendo da una storia possibile, ci siamo chiesti quanta distanza possa prodursi, nel tempo, tra due corpi, tra un corpo e la società, tra la società e le sue stelle. Quanta distanza abbiamo costruito e quanta, poi, subito?
E' la possibile storia di una scienziata che lavora in un osservatorio. E' possibile finanche la negazione di quello che si è, quando si è rimasti soli. E' possibile tanto altro, che vogliamo mostrare a chi vorrà venire.
"C’è molta bellezza lassù, vuoi chiedermi se ce n’è a sufficienza per tollerare quella solitudine?"
Ritrovarsi soli è possibile, un esito possibile. Accade spesso e, sembra, non tener conto di genere o età. Attraversiamo il tempo. Usiamo e siamo usati, scartati, buttati via quando ritenuti non più necessari, perché così ci è stato insegnato. E’ quest’idea che siamo pronti a difendere e a nostra volta avverare e tramandare. Attraversiamo il tempo ma non lo capiamo fino in fondo. Lo crediamo reversibile: crediamo nelle seconde scelte, nei gesti riparatori, fuggiamo le conseguenze, le responsabilità, temiamo l’irreversibile, non ammettiamo l’irreparabile…
Questo preambolo è letterario, non c’entra col teatro. Vuole rispondere alle domande del giornalista, del critico che si interroga sulla necessità di portare in scena uno spettacolo come questo e sull’eventuale esigenza di vederlo. La verità è che, questo lavoro, è stato concepito come una caramella, realizzato e confezionato col solo scopo di essere assaggiato e gustato, consapevoli del fatto che il sapore potrà non piacere. La questione non è se si tratti o meno di teatro sperimentale, categorie che, ancora una volta, non appartengono al teatro ma solo a chi ne parla, piuttosto è una ragione di metodo che ha orientato il lavoro vero e proprio. Ci siamo divertiti nella confusione, attinto tanto dal testo quanto dalla musica. Proprio come una caramella, abbiamo compresso riflessioni e direzioni. Nessun aspetto predomina, tutto convive.
Ritrovarsi soli è possibile, un esito possibile. Accade spesso e, sembra, non tener conto di genere o età. Attraversiamo il tempo. Usiamo e siamo usati, scartati, buttati via quando ritenuti non più necessari, perché così ci è stato insegnato. E’ quest’idea che siamo pronti a difendere e a nostra volta avverare e tramandare. Attraversiamo il tempo ma non lo capiamo fino in fondo. Lo crediamo reversibile: crediamo nelle seconde scelte, nei gesti riparatori, fuggiamo le conseguenze, le responsabilità, temiamo l’irreversibile, non ammettiamo l’irreparabile…
Questo preambolo è letterario, non c’entra col teatro. Vuole rispondere alle domande del giornalista, del critico che si interroga sulla necessità di portare in scena uno spettacolo come questo e sull’eventuale esigenza di vederlo. La verità è che, questo lavoro, è stato concepito come una caramella, realizzato e confezionato col solo scopo di essere assaggiato e gustato, consapevoli del fatto che il sapore potrà non piacere. La questione non è se si tratti o meno di teatro sperimentale, categorie che, ancora una volta, non appartengono al teatro ma solo a chi ne parla, piuttosto è una ragione di metodo che ha orientato il lavoro vero e proprio. Ci siamo divertiti nella confusione, attinto tanto dal testo quanto dalla musica. Proprio come una caramella, abbiamo compresso riflessioni e direzioni. Nessun aspetto predomina, tutto convive.
Le suggestioni trasmesse, le emozioni, quelle che non chiedono spiegazioni o giustificazioni, sono quelle le cose che a noi interessano.
Una caramella.
REGIA : Giacomo Troianiello
SUONO: Giacomo Troianiello
AUTORE: Emanuele Principi
ASSISTENTE ALLA REGIA: Maria Chiara Tascini
ASSISTENZA TECNICA: Davide Simoncini, Maria Chiara Tascini
AIUTO GRAFICO: Lucia Mariani
con Maria Chiara Tofone, Davide Simoncini, Maria Chiara Tascini
VENERDì 8 APRILE ORE 21.30, CENTRO DI PALMETTA. INGRESSO LIBERO CON TESSERA ASSOCIATIVA. Strada S.Maria La Rocca, 12, Villa Palma. Terni.
Contatti: associazione.demetra@gmail.com