giovedì 31 dicembre 2015

Per esempio



Come ultimo post dell'anno, una poesia di mio padre Michelangelo, che soprattutto in giorni come questi mi ascolta e mi manca. Ma insieme, con questa mancanza, mi riempie.

Per esempio

Basterà forse un canto sottile nella notte
un fischio di sentinella accanto al fuoco
il passo svelto del vento
a nord.
O forse ci vorrà molto di più.

Per esempio preghiere e squilli di telefono
grandi fasci di fiori
un'enorme cesta di arance
difficile da trasportare tanto pesa
la traccia luminosa di tutti i mozziconi
gettati in una vita o due
una cartella gonfia di carta bollata.

E ci vorrà in aggiunta
ancora un piccolo peso irrintracciabile
per soffocare questo dolore
vederlo frantumato sciogliersi
sperdersi lungo le coste
dei mari della Norvegia per esempio.

Michelangelo Salerno, da "Gabbia di ansie" Forum - Quinta generazione 1977












mercoledì 30 dicembre 2015

"Finalmente l'inverno": la pagina ufficiale del progetto




Da qualche ora è nata la pagina ufficiale del progetto "Finalmente l'inverno". Dal 9 novembre 2015 sono iniziati i primi passi effettivi della pre-produzione. Il cast è ormai al completo. Questa in alto è la foto del progetto, su cui sarà poi sviluppata la locandina.

Link della presentazione del progetto.

















martedì 29 dicembre 2015

Tema in classe


Dagli occhi molto stanchi
della studentessa dell'ultimo banco,
col viso spento contro la finestra,
mutavano i viali calmi di autunno
dalla foschia vaga dei vetri,
tramando ai rami contorti
di una gabbia fobica una luce
di lampioni rimasti accesi,
lividi e guasti di vendemmia,
ma intatti nel silenzio del tema.

Un cane camminava storto
e diventava una lezione,
col suo sbandare zoppo
dietro gli occhiali rotti
del piccolo osservatorio;
e intanto il cappottino rosso
di una ragazza molto bruna,
che ricomparve poco dopo,
paventava una pagina di storia,
come una sua  sigaretta nella pioggia,
che attraversò di una triste magia
la sua ultima scia nella fretta
e il suo buio di fidanzamento.

l.s.




















venerdì 25 dicembre 2015

Davanti a un regalo scartato in anticipo


In questi ultimi giorni in attesa del Natale, davanti a un regalo scartato in anticipo da mio nipote, ho ricordato qualcosa di qualche altro Natale, piuttosto lontano. Il regalo scartato in anticipo dal mio nipote seienne era un bellissimo teatrino dei burattini. Molto ben curato, con la dovuta ampiezza per ingegnare l'esercizio del sogno e rendere questi giorni di festa più sospesi nelle dimensioni dove i bambini credono ancora di esistere – poi, nel tempo, dovranno combattere per mantere inalterata questa credenza, poi speranza e infine dissolvenza dell'esistere ancora sospesi, sempre meno rarefatti e poi costretti alla concretezza, alla prudenza come alle limitazioni e alle ferite inferte al buio e alle loro spalle. Intanto quel teatrino ancora intatto, con i burattini riversi sul pavimento, quasi senza vita, in attesa di incontrare l'anima delle piccole mani di un bambino, mi riportava a quello che avevo ricevuto anche io in dono, credo proprio in un vecchio Natale di molti anni fa. Ricordo ancora il colore: era un teatrino tutto rosso. Non avevo la varietà dei personaggi di cui dispone in questi pomeriggi mio nipote, ma quelli che c'erano, anche se pochi, avevano una loro forza ed economia per bastarsi e per illudere le mie mani di quella chiave strana di magia, con cui i bambini si perdono  di abbandoni, di grandi malinconie e di un primo, tenue scorcio d'infinito, durante l'estro impegnativo e incantatore del gioco. Ma il mio ricordo non era centrato sul mio regalo scartato, – forse anche quello in anticipo – ma su di un episodio successivo, che riguardava i resti di quel teatrino distrutto, lasciato accanto al contenitore dei rifiuti, nei pressi della mia abitazione, quando ormai non era più utilizzabile né riparabile. Dove un pomeriggio tardi, in cui mi trovavo a passare di lì, vidi uno o più ragazzi divertirsi a balzare sulle tavole di legno rosso per finire di distruggerle e impiegare il loro tempo di noia in quella variante abile e violenta. Il rumore  di quel  nuovo divertimento mi è rimasto ancora dentro. Provando il dolore e lo smarrimento per aver ceduto una scatola incantata di tanti miei pomeriggi al riparo, nelle fauci di un mondo esterno e ostile, che non mi voleva più bene.
Ed è la stessa costante sensazione che provo in relazione a tanti episodi, più o meno gravi, con cui vedo trattata la dimensione della mia creatività, anarchica, controversa e un po' sognante, che ancora continua, indisturbata ad attraversare come una pinna di squalo la mia vita. La delicatezza e il rispetto con cui porgo alcune regioni di un sogno a chi potrebbe in qualche modo provare, anche solo in parte, a realizzarlo, o quanto meno a motivarmi l'impossibilità di detta realizzazione, nella totalità dei casi non riscontra mai un qualsiasi cenno umano di risposta. O, quasi sempre, il silenzio o un messaggio meccanico, utilizzato allo stesso modo per il genio incompreso o per l'analfabeta di ritorno, che a parer mio non è una risposta ma lo sputo nero di un vecchio in un'acquasantiera.
Questi gesti, questi misteriosi ma diffusissimi comportamenti, – specie se partono da editori-scrittori, che non immagino ricevano migliaia di manoscritti tali da non poter spendere almeno due semplici righe di motivato rifiuto, essendo ancora davvero agli inizi – sono il segno preoccupante di una decadenza gravissima e profonda di stile e di rispetto, aspetti che secondo me fanno parte integrante della cultura, perché la cultura non è un processo alchemico, razionale o solo numerico, ma un affare complesso di sentimenti e di emozioni di esseri umani. La cultura non è una forma di potere, ma una possibilità di evolversi, di sentirsi parte di uno stesso respiro di civiltà, di scambi e di comunicazione.
Ogni volta che ritorna qualche strattone svogliato del genere, mi risuona dentro quel balzo pomeridiano e insistente sulla tavola rossa già spaccata del mio teatrino distrutto, di tanto tempo fa, ma come se fosse ora.
A volte basta davvero poco, pochissimo, per essere gentili, autentici, giusti, attenti, quindi persone di una buona cultura dell'essere e non solo dell'aver fatto qualcosa meglio o prima o del sapere di più.
Auguro un Natale di poesia e di rispetto contro questa poetica di costante imbarbarimento da parte di alcuni, e purtroppo non pochi, intellettuali di turno e della loro esibizione di sfarzo, di supponenza e di silenzi, che ancora una volta non accetto e non comprendo.
l.s.













lunedì 21 dicembre 2015

"Bang!". La locandina aggiornata con tutte le Official Selections













giovedì 17 dicembre 2015

Che cos'è l'Arte?




"Non so che cos'è l'Arte, ma quando lo saprò non lo dirò mai".

Pablo Picasso

























mercoledì 16 dicembre 2015

Nuova Official Selection per "Bang!": Goldensun short film festival 2015. Malta


"Bang!", riceve una nuova selezione ufficiale al Golden Short Film Festival 2015 di Malta.
Ecco il logo:





















martedì 15 dicembre 2015

"Il filo di Marianna", di Maria Rosaria Petti: il booktrailer


Questo è il booktrailer che Stefano Petti, splendido amico e pregevole artista di cinema, ha realizzato per presentare il romanzo di sua madre, la scrittrice Maria Rosaria Petti. 
Lo condivido in questo mio spazio, come testimonianza di uno scambio tenero e profondo tra due mondi artistici e umani che si incrociano. 






















giovedì 10 dicembre 2015

Dal Prologo de "La calzolaia ammirevole", di Federico García Lorca




PROLOGO

Sipario grigio.

Compare l'autore. Esce sveltamente. 
Ha in mano un foglio.


L'AUTORE. Rispettabile pubblico...(Pausa) No, rispettabile pubblico, no, pubblico semplicemente, e non perché l'autore consideri non rispettabile il pubblico: tutt'altro; ma c'è alle spalle di questa parola come un delicato tremito di paura e una sorta di supplica che l'uditorio sia generoso con la recitazione degli attori e l'ingegnosità del lavoro. Il poeta non chiede benevolenza ma attenzione, perché son molti anni che ha saltato ormai la spinosa siepe del timore che provano per la sala gli autori. Per quest'assurdo timore, e perché nella gran parte dei casi il teatro è diventato un'impresa commerciale, la poesia si ritira dalla scena in cerca d'altri ambienti dove la gente non s'allarmi se un albero si trasforma, poniamo in una palla di fumo, o se tre pesci, in virtù d'una mano e di una parola, si convertono in tre milioni di pesci per placare la fame d'una moltitudine[...].

Dal Prologo de "La calzolaia ammirevole". Farsa violenta in due atti, di Federico García Lorca











lunedì 7 dicembre 2015

"Bang!" Tra i dieci film finalisti Ponticorti 2015 Torino





Siamo lieti di annunciare la quinta selezione ufficiale del nostro "Bang!, a Ponticorti 2015. Concorso di cortometraggi sull'intercultura.

Ecco l'elenco dei 10 cortometraggi finalisti di PONTICORTI 2015:

  1. “ASAI è” di Paola Cereda, Marco Vergnano e Fabrizio Maniscalco
  2. “Bang!” di Fabrizio Fiore e Luigi Salerno
  3. “Coffee, sugar and cigarettes” di Christian Cinetto
  4. “Contatto” di Malek, Luca, Alessandro, Stefano
  5. “Cosa ti viene in mente?” di Creative Commons Mosso Trivero
  6. “GAIWAN” di Elia Moutamid
  7. “Il pezzo mancante” di Arthur Cadau, Gianluca Orbelli e Alessandro Notario
  8. “Invertire” di Michele Bisagni
  9. “Lifecrossing” di Francesca Todesco e Cecilia Rendina
  10. “OFF.” di Maurizio Ghiotti
La proclamazione dei vincitori avverrà giovedì 17 dicembre 2015 alle ore 21 presso Luoghi Comuni Porta Palazzo (Via Priocca 3 - Torino).
Durante la serata verranno proiettati tutti i cortometraggi finalisti.