venerdì 30 settembre 2011

Il grande Gatsby ad Alta Voce

Da stanotte mi immergerò nell'ascolto del primo capitolo del romanzo "Il grande Gatsby", di Francis Scott Fitzgerald, letto da Rolando Ravello; questo grazie al pregevole archivio di Rai Radio 3, che propone in podcast, le puntate pomeridiane di questa settimana, trasmesse dal 26 al 30 settembre alle ore 16.00.
Buon ascolto a tutti gli interessati.


Sennò, se no o senò. Il monosillabo cogeminante e l'univerbazione

Sono in piena revisione. In pieno dialogo trovo un sennò, bello tondo, univerbazione di sintagma costituente (Vedi Accademia della Crusca), dalla bocca di un personaggio femminile, e scritto di mio pugno in prime bozze. Il dubbio, la ricerca. La forma contemplerebbe anche una terza variante (errata). La congiunzione in causa, consentirebbe la variante con raddoppio sennò, come ugualmente corretta, quanto se no – forse più letteraria quest'ultima – perché monosillabo cogeminante, in grado di consentire il raddoppio della successiva consonante. E da preferire in ogni caso a  senò, che al contrario, dovrebbe essere sbagliato
Approfondendo: sennò, se no, o senò

giovedì 29 settembre 2011

In attesa dell'alba: AA.VV.



Autori vari. Questa antologia è legata all'iniziativa INCONTRI POETICI e raccoglie le poesie più interessanti arrivate alla redazione nel mese di agosto.

Paolo Febbraro è nato nel 1965 a Roma, dove trascorre la maggior parte del suo tempo. Ha esordito con la silloge Disse la voce, compresa nel volume collettivo Poesia contemporanea.Quarto quaderno italiano (Guerini e associati 1993). I suoi libri di poesia sono Il secondo fine (Marcos y Marcos 1999), Il Diario di Kaspar Hauser (L'Obliquo 2003) e Il bene materiale(Scheiwiller 2008). Come critico letterario ha curato la raccolta dei Poeti italiani della «Voce» (Marcos y Marcos 1998), un'antologia della Critica militante (Ist. Poligrafico dello Stato 2000), e i volumi La tradizione di Palazzeschi (Gaffi 2007),Saba, Umberto (Gaffi 2008), La poesia di Primo Levi (Zona Franca 2009). Da anni dirige con Giorgio Manacorda un Annuario critico di poesia.

Incontri poetici III Edizione: Giorgio Manacorda



INCONTRI POETICI (III edizione)

Dopo il successo dell’iniziativa lanciata a novembre (Poesie per un anno) abbiamo deciso di continuare a fondere l'esperienza dei grandi poeti contemporanei con quella di chi sperimenta, ricerca e sta cominciando a costruire il suo percorso poetico. Ogni volta le raccolte antologiche saranno accompagnate quindi da alcuni inediti di un grande poeta contemporaneo e da un breve saggio conversazione che introduca il libro e ce lo presenti. Ospite del terzo volume, dopo Elio Pecora e Paolo Febbraro saràGiorgio Manacorda.

Giorgio Manacorda ha insegnato letteratura tedesca all'Università della Tuscia di Viterbo e all'Università "La Sapienza" di Roma. È stato uno dei promotori nel 1977 della manifestazione di poesia a Castel Porziano, dove parteciparono trentamila persone. Ha scritto diversi libri di versi e saggi sulla poesia. Dal 1994 cura un annuario critico della poesia italiana pubblicato prima da Castelvecchi, poi da Gaffi e infine dalla Giulio Perrone Editore. Ha pubblicato diversi libri di poesie tra cui Tracce (Guanda, 1977), L'esecutore (Guanda - Società di poesia, 1981), Soldato segreto (Marcos y Marcos 1999), Il cielo delle parche (Empiria, 2002), Scrivo per te mia amata (Cooper&Castelvecchi, 2003). E' anche autore di due saggi sulla poesia: Per la poesia/manifesto del pensiero emotivo (Editori Riuniti, 1993) e La poesia è la forma della mente (De Donato-lerici, 2002). Nel 2004 ha pubblicato per Castelvecchi un'antologia critica dal titolo La poesia italiana oggi.

Per partecipare è sufficiente inviare da 1 a 3 poesie a tema libero entro il 31 ottobre 2011 redazione@giulioperroneditore.it indicando come oggetto “INCONTRI POETICI”.

Le poesie selezionate dalla redazione della casa editrice entreranno a far parte di un volume antologico che sarà pubblicato entro ottobre dalla Giulio Perrone Editore.

Per maggiori informazioni:

Tutti coloro che partecipano all'iniziativa danno implicitamente assenso al fatto che la propria opera (racconto o poesia), qualora selezionata, possa essere inserita gratuitamente nei volumi antologici che verranno realizzati. I diritti sulla suddetta opera restano dell'autore.

mercoledì 28 settembre 2011

Una relazione


Testo incantevole e riuscito, tra quelli da rileggere, prossimamente. Questo della foto è una prima edizione Einaudi del 1969, ereditata dalla biblioteca del mio nonno materno. In sopracoperta un disegno di Pierre-Auguste Renoir: Donna che si pettina. Un capitolo della "Commedia umana", così in quarta di copertina. Una storia profonda, asciutta, delicata.
Ascoltate la bellezza e l'ossatura del suo primo attacco:

"Una volta seduto, Mansani si allentò la sciarpa, perché la lana gli dava prurito al mento; si sfilò i guanti, buttò indietro il cappello, e tirò fuori il pacchetto di Macedonia dalla tasca interna della giacca. La prima sigaretta della giornata: la migliore".

Qualche post fa, avevo anche parlato del bellissimo e libero adattamento cinematografico di Mazzacurati, "L'amore ritrovato", da questo stesso romanzo "Una relazione". Qui.

martedì 27 settembre 2011

Ultimabooks e il suo nuovo store:

Qui e anche qui, i due nuovi prospetti.

WePub manifesto

Ieri, alle dodici circa, è nata questa nuova casa editrice nativa digitale.
Ecco il suo manifesto, fresco di stampa.

lunedì 26 settembre 2011

Programmi per l'autunno

Giusto qualche ora fa, ho marcato di rosso la mia cartella di lavoro. Il tempo sembra sempre poco, e ci sono tante cose da sistemare. Intanto, per quest'autunno, comincio a rielaborarmi queste, con una certa metodica urgenza. Poi si vedrà. Non credo che esistano priorità assolute in scrittura, ma forse ne esisteranno di relative e di contestuali al proprio momento di vita.


domenica 25 settembre 2011

Aggiornamento stores: Unilibro

Ecco il link

Julie de Waroquier: Conceptual

La scelta di Luciano Pagano di illustrare il mio racconto "Sera del giorno decimo", con una foto di una giovanissima fotografa francese molto sensibile, Julie de Waroquier, mi ha consentito di scoprire il suo mondo visivo-visionario, scrutando nei Conceptual, dal suo Portfolio.

venerdì 23 settembre 2011

In attesa dell'alba. Presentazione volume vincitori:

Tutto qui  e qui

giovedì 22 settembre 2011

Il Cassola carezzato da Mazzacurati: L'amore ritrovato.

L'adattamento libero dal romanzo di Cassola "Una relazione" è una lunghissima carezza, al grande cinema e alla letteratura. Ho rivisto il film "L'amore ritrovato" questo pomeriggio, dopo molto tempo. Ho letto il romanzo di Cassola dopo aver visto il film per la prima volta, diversi anni fa. Carlo Mazzacurati ha trovato il filo poetico della storia e lo ha disteso, in modo mirabile. Senza voci alte, senza grida. I treni nel fumo della sera non hanno tempo. Così i visi, nelle sfumature e nei dettagli, nelle grandi distanze, sono scorporati da ogni possibile déjà vu, e ritornano freschi, fraseggi ariosi e tristi di campagne, passi giovani, insicuri e svagati della loro bellezza, le tende bianche di Livorno sul mare.
Il cuore della storia si snoda attraverso la precisione di questa bellezza, e della limpidezza delle immagini dei luoghi, trattati come visi ispirati, che ingoiano. 
Quelli del dubbio nella notte, con l'uomo Accorsi che di spalle e col cappello, osserva le finestre dalle luci gialle, le ombre, le imposte chiudersi, le voci allarmanti e la sfumatura nell'immagine successiva della locomotiva che curva il binario all'uscita della galleria, in contrappunto all'ultima risonanza della musica di Piersanti.
E ancora altri momenti delicati quanto incisivi e potenti:
il tramonto a Livorno, dopo l'uscita dal cinema. I sorrisi di Maria. La discesa improvvisata nel paese sconosciuto, verso sera. Le luci delle giostre. L'abbraccio tra le catene della ruota e i visi che guardano, sospesi dal basso. Il treno nella pioggia. Le luci della notte. Le parole al ristorante: "Vorrei che oggi non finisse mai... . La poesia che Messeri declama nel fioco vagone, dopo la rincorsa, che ferma e inchioda il protagonista alle sue ombre passate e ancora così vicine.
Incantevole e imperdibile, come tutte le carezze che quasi non si sentono.

E book vanilla e Libreria Rizzoli: due nuovi stores per "il disabitato"

In azzurro dettaglio:

Rizzoli

mercoledì 21 settembre 2011

Incendio privè:

Rientrando in questa sera:
mentre cammino e non ci arrivo,
le luci dalle case come bicchieri
accesi appiccano di vino caldo,
                                       [primitivo;
i segni delle bocche di rossetto
sui nasi di fumo del mio passo.

Giusto ieri sera...

Ancora poche righe, questa mattina, su di un aspetto che mi fa gola, nel termine più rude e fisico, tra i vari aspetti che affliggono e alcune volte divertono le mie solitarie riflessioni. Condivise diverranno visibili o forse anche risibili, ma questo dipende dai punti di vista, e da circostanze che non potrò controllare.
Dicevo di quest'aspetto: la volontà personale sulla parola scritta,  o la volontà selvatica e irrazionale della parola sulla persona che scrive? Giusto ieri sera mi rimbombava il tema di questo post, come un preludio di tuoni, pensando quasi di non uscirne vivo. In effetti sono sempre intenzionato a cominciare e coricare la parola del discorso scritto, almeno in una fase propositiva, appena prima dell'atto fisico e (in)finito del deposito, in un certo pensiero o filigrana calante di pensiero, o ricordo, più o meno ispirato o motivato a rimanere vivo nel tempo di calata del polso. Ma la mia volontà, quella legata alla natura di quella parola o di quelle parole che faranno struttura o alleanza, non sarà mai troppo precisa e costante, o comunque non sarà sempre irradiata dallo stesso flusso cosciente e quindi non sarà necessariamente e sempre premeditata o bramata come soluzione o verità. Non sarà soltanto mia, ecco il punto!
Mi pare duro il concetto di volontà, mi risuona simile alla potenza o alla forzatura della parola, come a ciottolo di fionda in una sassaiola. Quando la parola è pensata, prima di posarsi, lo stadio di incertezza si offusca, di colpo prende fuoco, ma lascerà sempre spazio ad altri interventi, ad altri polsi, ad altre mani e volontà, spesso inscrutabili o figlie di azioni e di vecchie frequentazioni sopite. O sarà quella parola, la prima o la seconda, a prendermi il braccio e ad illudermi di essere fiamma filata dal mio fuso o luce della mia vita? E che dire, a questo punto, di quelle che pensavo e che non ho scritto? Avranno lo stesso valore di quelle scritte ma che non ho pensato? 
Ebbene è questo piccolo circolo vizioso, che mi sfida all'esplorazione, al divertimento nel sentirsi vivi nel prendere e nel lasciare questo candelabro acceso nel buio, e farlo tremare sulle pareti, facendo attenzione che non sia la mia mano a farlo scivolare sui capelli di qualcuno che passa. Non credo che il deposito di parole e di conoscenza dei significati delle proprie parole, possa nemmeno quantificarsi. Non la vedo una forma di possesso tale da potersi quantificare. Non si conta in numeri la sensibilità del conoscere e del sentire attrazione per la conoscenza. La sento una forma di affetto, profonda e sfuggente, una forma di incantamento o di piccola malattia. Ma sarà la mia sensazione di traghettatore o di traghettato, a lanciarmi dei segnali qualitativamente importanti, che forse non avrei potuto cogliere in altro modo, e anche se solo per qualche istante, ma con quella stessa limpidezza, anche se svanita. In fondo rimanere nel mistero del timoniere, nascosto nel fumo della sua tempesta, è l'unico metodo per abbandonarsi a questa magnifica alternanza di volere e di sottomissione ad altro, che potrebbe armonizzarsi ancora in qualcosa di migliore o di diverso, che potrà farmi del bene.
È tutto. Credo di sì.

martedì 20 settembre 2011

Luigi Salerno selezionato nella rassegna: Incontri poetici II edizione

Così dalla mail, aperta giusto qualche minuto fa:

Il libro dal titolo “In attesa dell'alba” sarà presentato giovedì
29 settembre alle ore 19,00 presso il Books & Brunch (Via Saluzzo 53/55,
Roma).
Interverranno Paolo Febbraro, Letizia Leone e Giulio Perrone
Durante la serata alcune delle poesie inserite nell'antologia saranno
lette dall’attore Roberto Di Maio


Che cosa è Incontri poetici?


Dopo il successo dell’iniziativa lanciata a novembre (Poesie per un anno) abbiamo deciso di continuare a fondere l'esperienza dei grandi poeti contemporanei con quella di chi sperimenta, ricerca e sta cominciando a costruire il suo percorso poetico. Ogni volta le raccolte antologiche saranno accompagnate quindi da alcuni inediti di un grande poeta contemporaneo e da un breve saggio conversazione che introduca il libro e ce lo presenti. Ospite del secondo volume sarà Paolo Febbraro.

Paolo Febbraro (1965) ha fra l’altro al suo attivo il libro poetico Il bene materiale (2008) e i saggi La tradizione di Palazzeschi (2007), Saba, Umberto (2008), La poesia di Primo Levi (2009) e L’idiota. Una storia letteraria (2011). Da quindici anni cura insieme a Giorgio Manacorda l'Annuario di Poesia, il più importante strumento di critica poetica in Italia.

Questa la copertina della raccolta della Prima edizione:



In questa notte (Taccuino)

In questa notte, dove rantolano tuoni, a distanze varie, entro nel bianco intonso di questo post. Come in un campo di neve, un ingresso di servizio dove prendere sonno e distanza dal silenzio alto  e selvatico di questa casa. O per ritrovarvi le mie parole perdute. La nostalgia della paura dei lampi e dei tuoni, svanita  da tempo, ma forse non morta del tutto. Il pericolo di riuscire a scorgere i movimenti delle fate quando si pettinano, nell'ultima stanza, una volta spento l'ultimo lume. Rimane il piccolo schiocco dell'interruttore e i passi dei capelli lunghi nel buio, che mi lasciano féerico e sospeso. Nella notte.
Mi accorgo di quanto le parole e i pensieri siano vicini alla frammentarietà e alla magia di questo lungo istante di temporale, alla possibilità e al rischio dell'esporsi contro la nausea notturna dei cieli e della mia vita così oscura nel contrappunto. Al fascino visonario e violento di questo pugno nel vuoto, che mi lascia contromano e sveglio, nell'ultimo vagone della casa.
I tuoni continuano. Disordinati, 
                              senza regole di tempo e di musica. 

domenica 18 settembre 2011

Dimensioni semantiche

"E la trascrizione beriana, in sostanza, non significa altro che questo. Di fronte al muto materiale verbale, la notazione musicale decide e definisce quella misconosciuta dimensione semantica, acusticamente articolata e declinata, che la civiltà della scrittura ha depresso, sempre più fortemente, in favore di una logica semantica riduttivamente concettuale, astratta, scorporata. In ultima istanza, la donazione e la dotazione di senso, che dipendono dalla messa in musica, sono da risolversi antropologicamente in una restituzione di senso. Si salda un debito".
Edoardo Sanguineti. Ideologia e linguaggio

sabato 17 settembre 2011

Qualche spunto

Qualche spunto.
Mi guardo intorno e avverto la rettifica di standard e di corporazioni che attestino, sublimino, incorporino alla perfezione i dettagli delle singole voci. La scheda del giudizio. La ginnastica d'ansia di chi non è ancora corporato nella purezza calcolata tra le singole parti, o nella bellezza del vizio che fa scena, e che diventa pregio o eccezione di lusso per uno scherzo di luce pulsata, una rifrazione. Sento in tutto questo lo spasmo di una corsa. Ma non di quelle silenziose, del buon mattino, ma di quelle ferrose, che battono il martello nelle parti meno mobili, che non siano legate agli arti, ma alla zona di pensiero dove ingegnare l'aderenza alle regole del caso definito. 
Credo che nessun tipo di approccio del genere, possa darmi vita, gioia o respiro. La bellezza del silenzio, anche se scalciato, in molti casi sì. Il ginocchio sbucciato nel pantaloncino che giustifica la sosta. Parlare o scrivere tacendo. Senza zone di confine - o di confino. Perdendovisi e non cercando strade da indicare, ma boschi rossicci e notturni in cui sprofondare.
Ancora qualcosina:
la semplicità. Decantata e codificata come farmaco miracoloso, stampella o by-pass coronarico per scrittori in erba. Che cosa è davvero semplice? Come si usa questo fermaglio della semplicità? Dove comincia e dove finisce, e quanto lontano o vicino, dal proprio possibile mood di scrittura?
"Il mio cane è molto veloce. Risponde come un'eco ai miei frequenti lanci di bacchetta d'acero". Forse, potrebbe mettere d'accordo, con qualche smorfia, ma non è ancora scandaloso quanto:
"I suoi occhi scuri, come animali (o cavalli) vivi, con dentro la nausea cupa dei cieli", adesso ci si allontana, ma di quanto dalle possibili alternative, tipo:
"Il mio cane è molto veloce. Corre come un lampo/ una lepre/ un coniglio/, dopo i miei lanci... Forse più chiaro, ma meno risonante, o mi sbaglio?
O ancora:
"I suoi occhi scuri erano/sono/ molto vivi". Il concetto rimane. In effetti raggiungo la destinazione esatta del colore, asciutta, scandita, banale, ma a quale prezzo? Quanto smuovo quel colore dalla possibilità di quel termine? Quanto sbavo il colore degli occhi alla luce o al cattivo tempo? Quanto respiro o possibilità di schiarirsi, ridursi, intensificarsi, sporcarsi o inabissarsi, darei a questo colore, per il solo costo di un'entità di intellegibilità o maggiore comunicativa di sorta? Credo con fermezza nella chiave segreta di una comunicazione. Molto intima nella sua fragilità, per cui il rischio che si infranga alla prima vibrazione.  Una chiave privata, nascosta, forse scabrosa, ma unica e velata per un percorso autentico di ricerca: solitaria, credo,  verso cui si è condannati a uniformarsi, spesso contro la propria volontà, in un certo punto del percorso. Senza referenti, confronti, consensi. Credo che il viaggio cominci nel silenzio. E finisca nel silenzio. E sia fatto o rarefatto di silenzio. Profondo.
Non credo, quindi, nella chiarezza (o nell'oscurità), nella semplicità o nella complessità, come formule chimiche ma avulse e precostituite; quelle le avverto come strade senza uscite.
Tutto qui?
p.s.
Solidad-Soledad:
(da una vetrata gotica, in Provenza)


venerdì 16 settembre 2011

Premio Internazionale di Poesia Teramo 2011

Elenco degli Autori  premiati nel corso del 2011 con premi e riconoscimenti relativi ad opere pubblicate con LietoColle
AUTORE/OPERA PREMIO/CONCORSO CLASSIFICA
BASTI Daniela
Nelle vie
Premio nazionale di poesia Aeclanum
XXIX edizione
vincitore
BERRA Pietro
Terra tra due fari
PREMIO ANTONIO FOGAZZARO 2011
sezione poesia
finalista
CONTESSINI Salvatore
Criptogrammi
Premio Naz.le di Poesia IL GOLFO XVII ed. vincitore
D'AGOSTINO Azzurra
Con Ordine
PREMIO CETONAVERDE POESIA 2011
sezione giovani under 35

finalista
DALL'OLIO Anna Maria
L'angoscia del pane
Premio nazionale "Rassegna d'arte Città di Viareggio
omaggio al Carnevale (sez. Poesia)",  25a edizione.
terzo premio
DALL'OLIO Anna Maria
L'angoscia del pane
Premio Letterario Nazionale GARCIA LORCA
(sezione Poesia edita), 21a edizione
segnalazione
con merito
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Sabatino Poesia 2011 vincitore
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Int.le Città di Bellizzi 2011 2^ classificata
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Naz.le di Poesia ASTROLABIO 2010 3^ classificata
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Lett. Int.le IDA BARUZZI BERTOZZI –
XV ed. Marengo d’Oro
finalista
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Naz. di Poesia "Alessandro Manzoni" 2011 finalista
DELLA PORTA Fortuna
La sonnolenza delle cose
Premio Internazionale Poesia, Prosa
e Arti figurative Il Convivio 2011
vincitore
DE SARLO Giulia
traduttrice di PORTO IN CENERE
di Andrea Cote
Il PREMIO MARAZZA GIOVANI - sezione traduzione
XV EDIZIONE 2010/2011
vincitore
FALCK Guia
La legge dell'attino
PREMIO ANTONIO FOGAZZARO 2011
sezione poesia
finalista
FALLINI Veronica
Umane cose
Premio di Poesia Mauro Maconi 2011 finalista
FAVA Alessia
Pancia di carta
32° Premio Letterario Internazionale
“Città di Moncalieri”
segnalazione di merito
FARABBI A.M. e MASTROPIRRO V.
La bambina cieca e la rosa sonora
Premio Lorenzo Montano XXV ed. 2011
Segnalazione speciale per il rapporto tra la Poesia e le Arti

GARAVAGLIA Laura
Farfalle e pietre
Prima edizione Premio Internazionale ALDA MERINI
Premio della Giuria
GIANQUINTO Alberto
I volti, dietro le cose
Premio Nazionale di Poesia
Conte Alessandro Contini Bonacossi 2011
Sezione A. - Conte Alessandro Contini Bonacossi
vincitore
GIANQUINTO Alberto
I volti, dietro le cose
Premio Feronia Città di Fiano 2011 finalista
INCENZO Vincenzo
Cinema Mundi
sez. Opera Prima Poesia e premio "Giuria Giovani"
 Premio Internazionale di Poesia
"Alfonso Gatto" XXVII Edizione 2011
vincitore
INCENZO Vincenzo
Cinema Mundi
IV edizione del Premio Letterario Internazionale
Città di Sassari - sez Poesia edita
secondo classificato
MAGRO Gaetano G.
Le lumache mediocri
Premio Nazionale di Poesia
Conte Alessandro Contini Bonacossi 2011
finalista
MEO Baldo
Epifanio e altre meditazioni
Premio Nazionale di Poesia "Luciana Notari" – 2011
III Edizione
vincitore
MEO Baldo
Epifanio e altre meditazioni
Premio di Poesia Mauro Maconi 2011 finalista
MOLINARI Maurizio A.
New Yorker's Breaths
Premio MASSA, CITTÀ FIABESCA
DI MARE E DI MARMO 5 ed. 2011
segnalazione di merito
NARDIN Donatella
Antologia ROSSO tra erotismo e santità
Concorso naz. di Poesia KETTY DANEO
11 edizione
segnalazione di merito
NORIS Maurizio
Us de ruch
Premio di Poesia Giovanni Pascoli 2011
sezione dialetto
finalista
OLIVI Terry
Rosso anguria e la luna
Premio Letterario Giovanna Dalla Torre
ed 2011 - Roma
vincitore
OTTAVIANI Paolo
Il felice giogo delle trecce
Premio Nazionale di Poesia Conte
Alessandro Contini Bonacossi 2011
finalista
PACILIO Rita
Alle lumache di aprile
Concorso di Poesia "Il Saggio - Città di Eboli" 2011
sezione libro edito
finalista
PACILIO Rita e MOICA Claudio
Di ala in ala
Premio Nazionale di Poesia Conte
Alessandro Contini Bonacossi 2011
finalista
PISCITELLO Francesco
Tra el gnacch e'l petacch
Premio di Poesia Giovanni Pascoli 2011
sezione dialetto
finalista
RAGUSA Angela
Rendimi altare
Premio "Associazione ARS SCRIVENDI"
nell’ambito dell’8^ EDIZIONE DEL PREMIO
LETTERARIO NAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA “SURRENTUM” 2011
vincitrice
RUOTOLO Anna
Secondi luce
Premio Internazionale "Città di Ostia" 2011
Sezione Nuovi Poeti al Città di Ostia
vincitrice
RUSSO Vito
Tra la palpebra e l'occhio
PREMIO CETONAVERDE POESIA 2011
Sezione giovani under 35

finalista
SBLANDO Salvatore
Due granelli nella clessidra
PREMIO INTERNAZIONALE PER LA POESIA
“Rodolfo Valentino - Sogni ad occhi aperti ”
II edizione
secondo classificato
SBLANDO Salvatore
Due granelli nella clessidra
Concorso ANTICA BADIA SAN SAVINO 2011
libro edito sez B
secondo classificato
SBLANDO Salvatore
Due granelli nella clessidra
Premio MASSA, CITTÀ FIABESCA
DI MARE E DI MARMO 5 ed. 2011
segnalazione di merito
SOLDINI Maurizio
"Uomo- poemetto di bioetica"
Premio Nazionale di Poesia
Conte Alessandro Contini Bonacossi 2011
Sezione A. - Conte Alessandro Contini Bonacossi
finalista
TESTONI Wolf
L'amaro sale
PREMIO ANTONIO FOGAZZARO 2011
sezione poesia
finalista

Ho menzionato l'ispirazione...ammesso che esista

Così Wislawa Szymborska, in un suo passaggio breve e molto potente, che condivido con grande senso e gusto del suo mistero, estrapolato questo pomeriggio da una sua introduzione a una sua raccolta. 

"Ho menzionato l'ispirazione. Alla domanda su cosa essa sia, ammesso che esista, i poeti contemporanei danno risposte evasive. Non perché non abbiano mai sentito il beneficio di tale impulso interiore. Il motivo è un altro. Non è facile spiegare a qualcuno qualcosa che noi stessi non capiamo".

Wislawa Szymborska, da Vista con granello di sabbia (Adelphi 1998)


giovedì 15 settembre 2011

Sera del giorno decimo su Musicaos

Con grande piacere e sorpresa, giusto questa mattina, vengo a sapere che con il mio lungo racconto "Sera del giorno decimo", la rivista Musicaos.it. riapre le pubblicazioni per l'Autunno-Inverno 2011.
Sinceramente commosso, per  tanta attenzione, - considerata anche la complessità della formula adottata in questo scritto -, doppio i miei ringraziamenti al critico e scrittore Luciano Pagano, per la bellissima accoglienza sulla sua prestigiosa rivista letteraria, ringraziamenti che gli ho doverosamente già anticipato via mail.
Questo il link del racconto: Sera del giorno  decimo, di Luigi Salerno

giovedì 8 settembre 2011

Mi domando

Mi domando con insistenza quanto sia affinato per una cura adeguata del mio linguaggio. Per una cura responsabile, lucida, severa, fatta con il giudizio e con la mano ferma del medico che ancora tocca e non dice ancora. 
Ma soprattutto quanto sia mio, questo valico di nebbie che esploro e in cui mi avventuro con sempre più gusto. Non credo di incontrarvi sempre lo stesso ingresso, le luci di casa dei ritorni, gli odori delle cose che conosco, quando riprendo un testo lasciato da tempo, o quando ne attacco di nuovi, molto spesso senza neanche programmarlo. Durante la mia ricerca ho a che fare con un miscuglio di familiarità e selvatichezza, con grandi confidenze e improvvise ritrosie, che in diversi casi mi rendono difficile sapere dove mi trovi, o quanto sia dolce o troppo aspro il filo del mio vino. Se matura nella mia casa  o in quella di un estraneo mai visto prima.
E intanto il desiderio o l'ossessione di intrattenermi in questo gioco di lampeggi e rimbalzi, con cui cerco di curare al massimo il possibile curabile o recuperabile delle mie parole, diventa in silenzio parte viva e autonoma della mia vita. Spazio di giochi o riserva di caccia. Diventa un occhio aggiunto che si posa sulle cose e che a volte  mi inventa e mi disegna come non avrei immaginato di essere mai colto - una foto di qualcuno che ti ha ripreso quando non te l'aspettavi,  e che ti faranno vedere molto tempo dopo, da non essere nemmeno più tu. Uno scatto fantasma. 
Le domande continuano:

lunedì 5 settembre 2011

Il disabitato è su Webster.it

Qui

domenica 4 settembre 2011

Strawberry Fields: Book Trailer

sabato 3 settembre 2011

Il vino e la morte della poesia

Due buone cuspidi, di Guido Ceronetti. Limpide, taglienti, da cui dirottare, per pochi secondi.
La prima:

"Perché non valgono niente, i poeti, più niente?
La malattia è profonda, viene di lontano".
Un' altra:
"Cosa resta quando resta poesia? Nient'altro che l'essenziale, dunque quasi niente".

Mi fermo e tiro il fiato. Sono due stralci così diversi ma vicini. Scorporati dal loro pregevole insieme - La lanterna del filosofo (2005) - potrebbero rappresentare tutto e niente. Un soffio di nebbia in un valico sconfinato o in un dirupo. La bottiglia di lucciole di Faulkner, o la sua scatola di stelle del cielo. Mi basta. Quanto meno per il piccolo intervento di stamattina.
Credo che il valore e la resistenza, o rimanenza di un gesto poetico, siano lo specchio infranto di un apparato complesso di voci, di risonanze, di un'epoca e di un tempo spastico di pensiero, che a volte non lascia spazio. La voce raschia in sottocanto, come i novelli volatili di mattino presto, quando non c'è ancora nessuno che li scopre sbagliare. Quando saranno adulti, il loro canto pieno gli sfonderà le nuche di cartucce di fucili. L'acerbo preme ma spesso è anche un sorso limpido. Ma è basso. Un basso continuo, un sussurro, il percorso del filo di vino nero nella damigiana, da una Domenica Irpina, quando aspettavo un amico che la svuotasse in un plotone di bottiglie verdi e polverose, con la pazienza, nel ghiaccio di una piccola casa in ombra. C'era un gelo di morte che mi riempiva il petto di vita e di quello scorrere, di latte lento e nero nella gola del vetro. Fuori sboccava del fumo autunnale, che colava nel cuore. In quel momento avvertivo e avverto ancora l'esigenza di espiarlo, di condividerlo, di berlo dalle mani, quel profumo mischiato alla crosta del mosto versato e rappreso sui fondi, sarà il sogno muto di un ermetismo lirico che mi confido di frodo, senza un gesto e senza una sola voce. E questo ricordo del tempo sospeso negli odori, nel passato rauco e tannico di quel mattino, forse non avrà mai una morte.
Ho finito.

venerdì 2 settembre 2011

Macchia Nera Blog Awards 2011/2:

Tutto qui:

LungoAmare:

Smarrirsi e poi avventurarsi in quello che non ho più deciso e ancora mai vissuto: una Domenica di Lungoamare. Un filo dolce di autunnale e la tarda sera. L'occhio esatto del lanciatore di coltelli, verso gli ultimi angoli di visi, assonnati. Il tutto si svela da un vetrino appannato, il corallo rosa di un autobus notturno: non lo vedi che così mi fai male?


Lo stomaco delle parole incombe di sassate e di nevi. Dentro la ricerca di una mia fitta rivalsa di vita, ritrovando al passo duro felice del mio polso, le feci di una provincia segnata a matita, barrita dalle radio d'epoca o di guerra, dimenticata nella pioggia da qualcuno al mio posto, e tu scusami se non ti riconosco. Avrò ancora lo sguardo troppo losco e adesso mi bracca e mi scalcia, per ritrovarmi gorgo del suo sorso.

E se forse incamminando la mia città risuonerà più in grande. Mozzica lo spazio al bianco di altri luoghi e dei vecchi pensieri-campanacci da pascolo, destinati: che avevo sbarrato e adombrato in fisarmoniche marittime e anche se più terse di acuti il tuo mento sulle ginocchia una frase gridata nel vento la vampa della campagna un occhio chiuso alla tua guardia e nella stessa mitezza di ombre lo spasmo tragico del giullare quando sfila e spalanca il suo fanale di camion fatti più sotto: e ti toccavo il braccio calmocalmo nel golfino a un tempo aggiunto e sgridato che mi esclude da quello che avrebbe potuto e saputo accadere e che invece è sbiadito nella nube rapace del suo maglio.  Ho perso la matita per gli occhi. L'hai visto che razza di  lampo! Mi fa di un triste, a quest'ora... Per poco non ti prendeva... Nella notte accese una croce dal fumo. Fai più piano, perché adesso vai così veloce? Aspetta, che non vedo più niente!.
Dal fumo, 
dal fumo, dal fumo,
dal fumo, dal fumo, dal fumo
dal fumo, dal fumo, dal fumo, dal fumo
tossirò  e non v'è già più nessuno...
al nuovo sentiero smarrivo
che stamattina poi
mi riscandivo
a voce, sai?

come il ripasso della lezione. All'inizio giornata, non appena inforchettato, al raglio freddo del viale di casa, in un incesto di tenebre e di alba polare,
lo storno dall'ultimo scorcio di un LungoAmare...

giovedì 1 settembre 2011

Due quartine in prova (Bozza 3):


Palpavano nevi ai sentieri barrati
di questa distanza, potrei avvenire
al tuo battito annidato, il più terso,
e dal cotone l'affrettarsi del cuore.

La malattia del gigante di amare
e di spezzarsi in un primo bacio
negli occhialoni vasti più assenti,
l'altezza d'attimo dei tuoi occhi

celesti di muro sulle punte.